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L'Italia non rinuncia all'utilizzo della carta in ufficio: lo sviluppo continuo delle tecnologie e le spinte da parte delle istituzioni (bonus, vantaggi fiscali, ecc) non sono riuscite a determinare un cambiamento di rotta significativo. Una ricerca realizzata dalla società ToLuna ha evidenziato che l’Italia è ancora tra i primi paesi in Europa nell’utilizzo di carta e penna negli ambienti di lavoro; una vera sconfitta per Pmi e Studi Professionali. Eppure dalla digitalizzazione potrebbero derivare risparmi molto significativi: complessivamente più di due miliardi al mese dalla digitalizzazione dei processi per le imprese. Allora la domanda diventa quasi retorica: che cosa aspettiamo?
Vediamo un po' di cifre.
L’innovazione digitale della PA può portare alle imprese benefici economici stimati intorno ai 25 miliardi di euro, grazie alla semplificazione dei rapporti con la PA, allo sviluppo di nuovi settori economici, alla nascita di start up innovative e minori costi gestionali e commerciali:
(Da un art. di Fancesco Caio, Osservatorio Agenda Digitale)
«Le PMI che utilizzano servizi digitali crescono due volte più velocemente, raddoppiano le esportazione e creano il doppio di posti di lavoro» (Neelie Kroes). I vantaggi economici per una impresa digitalizzata si possono misurare su vari fronti: in termini di competitività, di esportazioni, di nuove opportunità sul mercato interno. La stima è che le imprese più avanzate possono arrivare ad ottenere un +22% di fatturato rispetto a quelle più arretrate, ancora troppo numerose e con un forte gap tecnologico e di competenze.
Se è vero che le PMI e Professionisti investono ancora poco nella digitalizzazione processi, l'introduzione della Fattura elettronica alla PA ha determinato una, seppur lieve, inversione di tendenza. Le aziende stanno rivedendo in positivo il giudizio sulla fatturazione elettronica verso la PA, anche quelle "meno digitali"; tuttavia solo il 17% dichiara di aver sfruttato l’obbligo come occasione per re-ingegnerizzare i propri processi di fatturazione. Pur giudicandola una innovazione importante, la maggior parte si è limitata a trovare una soluzione per assolvere all'obbligo normativo; ciò è tanto vero si si guarda ai numeri della fatturazione B2B: solo il 6% delle fatture totali scambiate ogni anno tra le imprese. Si spera in un cambio di rotta nel 2017, grazie alle semplificazioni ed ageviolazioni fiscali (decreto legge 127/2015). Secondo Irene Facchinetti, direttore dell'osservatorio, i vantaggi e le agevolazioni "potrebbero stimolare l’alfabetizzazione digitale delle imprese, in particolare di quelle più piccole ancora escluse da relazioni digitali B2B, quasi una ‘seconda occasione’ dopo l’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA che non ha ancora innescato l’atteso effetto volano sulla digitalizzazione del Sistema Paese".
La difficoltà maggiore perchè lo sviluppo della digitalizzazione dei processi si sviluppi in modo significativo, è quella di farne percepire correttamente opportunità e benefici. L'aspetto legato ai costi di sviluppo, acquisto o gestione delle soluzioni invece non sembra essere un problema: solo il 17% delle imprese dichiara che la disponibilità di risorse potrebbe essere una criticità. La chiave giusta sembra quindi quella di coinvolgere gli utenti ed i decisori aziendali al fine di portare avanti un progetto di Digitalizzazione nelle imprese che abbia successo! La conservazione digitale è l’ambito di investimento prioritario per i progetti di digitalizzazione, indicato dal 65% delle imprese, seguito dalla Gestione Elettronica Documentale e dai Workflow approvativi digitali (48%). Quattro imprese su dieci dichiarano che investiranno in soluzioni di Integrazione. (Da un art. di Barbara Weisz di PMI.it)
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Responsabile Redazione: Luigi Duraccio
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