La domanda giusta non è se capiterà, ma quando!

La storia di Fabrizio

Non più tardi di un paio di settimane fa abbiamo pubblicato sul nostro blog “Nuova versione del ransomware CryptXXX” ; nell’articolo mettevamo in guardia i nostri lettori, anche Fabio, dal fatto che i Criptovirus si stanno evolvendo diventando sempre più aggressivi, virali e perfino resistenti ai tool di decriptazione fino ad ora disponibili. Dopo poco lanciammo un nuovo allarme, per la verità preso in considerazione da pochi, sulla presenza in rete, di nuovo, di un cripto virus molto conosciuto. Era il 27 luglio scorso!!

Quando mi ha chiamato Fabrizio, titolare di una azienda qui vicino, non ci potevo credere: “non riesco più ad aprire i miei files, credo che sia successo qualcosa al computer”. Sul momento non avevo capito ma mi reco dal cliente per verificare. All’apertura del computer tutto chiaro: criptoloker aveva colpito ancora!

La nostra mail di allarme era arrivata il giorno prima ma sembrava non fosse importante o almeno pensava non lo riguardasse: bene!

Dopo avergli dato la notizia ancora non voleva credere che fosse successo proprio a lui. In realtà era ad altissimo rischio. Nessuno dei consigli per proteggersi che continuo a dare era stato minimamente preso in considerazione: comportamenti imprudenti, per non dire irresponsabili, degli operatori, nessun antivirus (in realtà era presente uno gratuito che evidentemente non assicura protezione), non parliamo del backup fatto su una pen drive inserita nella slot del pc, nessun firewall, nessun piano di ripristino.

Alla domanda come poteva essere successo proprio ho pensato "come sei sopravvissuto fino ad ora"!

Sono passati una decina di giorni, tutto quello che siamo riusciti a fare è stato ripescare un po’ dei files criptati dalle vecchie mail e dall’archivio di un notebook che non usavano più e per questo non connesso alla rete. Con un solo PC a disposizione hanno lavorato in otto a turno. Hanno recuperato una buona parte dei listini, alcuni dei cataloghi, alcune copie dei documenti dei clienti.

A questo punto vi pongo solo una domanda: non varrebbe la pena di dedicare un po’ del vostro tempo almeno per capire se siete protetti o siete a rischio? Fare finta che il problema non vi riguardi non vi metterà al riparo da eventi come quello capitato a Fabrizio.

Se volete conoscere quanto e come sono protetti i vostri dati, richiedete una analisi delle misure di sicurezza: non vi costerà nulla e non vi impegna ad acquistare alcunché. Vi rimarrà in ogni caso un report personalizzato sul livello di protezione delle informazioni della vostra azienda.

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